Vivere nel vuoto

Vivere nel vuoto

Il britannico Office of National Statistics ha recentemente pubblicato un censimento che riporta come, in Inghilterra e Galles, per la prima volta nella storia, meno della metà della popolazione si dichiara cristiana. Precisamente, solo il 46,2%. Cinque milioni e mezzo di persone in meno rispetto a solo dieci anni fa.

Contestualmente, si riporta che il 37,2% si professa ateo e che la popolazione maomettana è passata, sempre negli ultimi dieci anni, da 2,7 milioni a 3,9 milioni di persone. Tra le altre cose, Birmingham e Leicester non sono più a maggioranza britannica (e nemmeno europea), così come, da ormai diversi anni, Londra.

Cose che non stupiscono più di tanto chi ancora ha mantenuto la capacità di tenere gli occhi aperti e di fare due più due, ma che comunque fanno riflettere sullo stato di decomposizione dell’occidente, probabilmente irreversibile (come d’altronde lo è, organicamente, la decomposizione stessa, salvo miracoli). Tragedia silenziosa di un’intera civilizzazione e di un intero continente.

In tutto ciò, tra le poche cose interessanti dette (e tra le poche tout court, ché l’inabissamento di ciò che resta della nostra civiltà non sembra interessare molti) vi sono quelle del Vescovo di Shrewsbury, Mark Davies:

“Stiamo assistendo a una deriva dalle nostre radici cristiane, più, a quanto pare, per difetto che per convinzione.” Cioè a dire: il quasi quaranta per cento di atei non è dovuto a una avversione, ragionata o meno, al cristianesimo (non facciamo ora distinzioni tra Chiesa cattolica e anglicana); a un rifiuto esplicito, cosciente e consapevole di esso; bensì, presumibilmente, a un’indifferenza e a un’ignoranza implicite e irriflesse. Succhiate col latte materno, verrebbe da dire, in una sorta di inculturazione negativa e opposta a quella che, nel corso di due millenni, ha formato la civiltà europea, e che in verità non è nemmeno inculturazione ma un vuoto, una mancanza di essa. Insomma, non ci sono nemmen più gli atei di una volta.

Ma, continua il vescovo,

Le persone non possono vivere a lungo nel vuoto e, a meno che il cristianesimo non venga riscoperto come nostra luce guida, la società sarà sempre più vulnerabile alle ideologie passeggere e spesso pericolose”. 

Se è vero, come dice Chesterton, che “l’uomo che non crede più in Dio crede a qualsiasi cosa”, vediamo come oggi nuovi culti, col loro clero, i loro santi, i loro riti, cerimoniali, scomuniche, eretici, ortodossie e dogmi (vedi la medicalizzazione della vita e l’isteria covid), dominano la sfera pubblica e la coscienza degli individui in modo tendenzialmente totalitario, in luogo della vecchia, vera fede. Lo scientismo tecnocratico vuole sostituire questo vuoto, come sta dimostrando di voler fare negli ultimi anni, dopo il fallimento dei positivisti di Comte più di un secolo e mezzo fa, insieme ad altri idoli, altri miti succedanei e solidali con esso: il Denaro, il Consumo, il Capitale, la contemplazione narcisistica di Sé, l’Ecologismo radicale anti-umano, il Clima, ecc…

Ad ogni modo, sarà difficile che tali surrogati, tali imposture morali, intellettuali e spirituali colmino il vuoto dell’uomo occidentale e che la società, affamata di Verbo e verità, si sazi di cibi avariati e adulterati. Giacché il vuoto non può riempire un altro vuoto. Semmai può approfondirlo e scavare sempre più a fondo nel deserto attuale di desolazione e nichilismo, alienando sempre più l’uomo dalla propria natura superiore, dalla trascendenza e da un’esistenza pienamente umana; soffocando sempre più l’Immagine di Dio nell’uomo e il suo Verbo, sola vera fonte di luce, verità, bellezza, giustizia e salvezza. Senza il quale non c’è che tenebre, menzogna, depravazione, iniquità e perdizione.

Fonti: https://fsspx.news/it/news-events/news/la-chiesa-dinghilterra-minacciata-di-smantellamento-78319