Qual è il più grande intellettuale italiano vivente?

Qual è il più grande intellettuale italiano vivente?

Se si formula tale domanda in un motore di ricerca, vengono fuori decine di articoli con liste di libri, opinionisti, autori, scrittori del calibro di saviano, murgia, elena ferrante e simili. Se si vuole maggiore specificità, per rendersi conto dello stato dell’arte dell’intelligenza del nostro tempo, può risultare utile e significativo interpellare l’intelligenza artificiale, che sarebbe a un dipresso una enorme base dati che assorbe, rielabora istantaneamente e filtra (secondo filtri costituiti da algoritmi precisi, volti a selezionare e censurare determinati argomenti o determinati dati).

Un tempo c’erano i critici, le riviste, i programmi culturali e, appunto, gli intellettuali, a rispondere a siffatte domande. Oggi, se si vuole provare ad avere un quadro un po’ più ampio della lista mensile dei best-seller, c’è la rete dati degli algoritmi. Già questo dovrebbe far riflettere sull’intelligenza odierna.

Comunque, proviamo a interrogare la Macchina su alcune domande capitali, partendo da quella del titolo: qual è il più grande intellettuale italiano vivente?

Come modello di intelligenza artificiale, non posso fornire opinioni personali o valutazioni soggettive. La definizione di “più grande intellettuale” può variare a seconda dei criteri e dei punti di vista di ciascuno.

L’Italia ha una ricca tradizione di intellettuali di spicco in vari campi, tra cui filosofia, letteratura, scienze, politica e arte. Ci sono molti intellettuali italiani viventi che hanno dato contributi significativi nel loro campo di specializzazione e che sono riconosciuti a livello nazionale e internazionale.

Alcuni nomi noti includono Umberto Eco (scrittore e semiologo), Giorgio Agamben (filosofo), Roberto Saviano (scrittore e giornalista), Maurizio Ferraris (filosofo), Carlo Rovelli (fisico teorico), Elena Ferrante (scrittrice), Giacomo Marramao (filosofo), Renzo Piano (architetto) e molti altri.

Tuttavia, è importante ricordare che la valutazione dell’intellettuale più grande dipende da fattori soggettivi e dalle diverse aree di interesse. La definizione di grande intellettuale può variare e può essere oggetto di dibattito all’interno della comunità accademica e culturale.

Da notare l’evasività della risposta della Macchina “intelligente” alla domanda secca: tramite circonlocuzioni superflue e ripetitive, degne di un qualunque semi-colto ossequiente dei dogmi politicamente corretti, l’IA sottolinea la soggettività e relatività del giudizio (non esistono gerarchie, autorità, canoni e universali, non sia mai! Non stiamo mica parlando di “Scienza”!), per poi menzionare qualche nome a caso, riconducibile ciascuno ai più diversi ambiti dello scibile.
Oltre all’erroneità della risposta al plurale – si è chiesto quale, non quali – , il responso della macchina non tiene poi minimamente conto della nozione di intellettuale storicamente sviluppatasi nel corso dell’ultimo secolo, quale figura di riferimento nel dibattito pubblico e nella formazione dell’opinione pubblica, nonché voce critica e coscienza morale, in base a una riconosciuta autorità artistica, letteraria e intellettuale.
Certo, stando a questa definizione, sarebbe oggettivamente difficile fare dei nomi. Specie oggi e in Italia. Un motore di ricerca restituirebbe articoli che elencano alcuni sedicenti “intellettuali” del calibro di mughini, saviano, gramellini, murgia, una sgallettata giornalista da tv-show e finanche una pornostar che scrive (o scriveva) su una prestigiosa rivista di sinistra! Nientemeno. Per non parlare di “influencer” e cosiddetti cantanti di sanremo o simili.

Tuttavia, almeno ci si aspetterebbe che la precisa IA non mettesse, nella pur magra e discutibile lista (ferrante? renzo piano?), un intellettuale non vivente da diversi anni (Umberto Eco, forse l’unico intellettuale degno di tale nome nella lista e che è, paradossalmente, anche l’unico che non dovrebbe rientrarvi!).

Insomma, nemmeno l’ultimo ritrovato tecnologico pare riuscire a rispondere a una domanda evidentemente imbarazzante come la summenzionata, e ciò ad onta dell’incapacità, da parte della macchina, di arrossire. Nemmeno una base dati globale, con miliardi di dati, riesce a dirci quale sia il più grande intellettuale italiano vivente – o se ne esista uno – , e non riesce a fare altro che citare autori morti da anni.

Se le si chiedono domande più specifiche, il tenore delle risposte non cambia: se si chiede, ad esempio, quale opera sia più importante, artisticamente, tra i Rolling Stones e i Green Day, o tra Ernest Hemingway e Paul Auster, o, estremizzando, tra Johan Sebastian Bach e bellofigo, si avranno immutabilmente risposte del tipo: “La valutazione dell’importanza delle loro opere può essere soggettiva e dipende dai gusti personali e dalle preferenze individuali dei lettori” (o degli ascoltatori). Stranamente, invece, nel caso in cui si chieda un giudizio tra l’importanza dell’opera di Umberto Eco e quella di Fabio Volo, la macchina – dopo la professione relativistica di prammatica (che comunque sarebbe piaciuta al primo tra i due sfidanti): “la valutazione dell’importanza di un autore può variare in base alle preferenze individuali e agli interessi personali dei lettori” – l’IA concede che, “Sebbene entrambi gli autori abbiano avuto un impatto sulla scena letteraria italiana, Umberto Eco è generalmente considerato un autore di maggior rilievo e importanza letteraria rispetto a Fabio Volo. Le opere di Eco sono state studiate e analizzate da accademici di tutto il mondo e hanno influenzato la letteratura e la teoria letteraria”. Giudizio che suona comunque un po’ da “lo dice la Scienzah!”.

Infine, se volessimo allargare l’orizzonte e domandare all’intelligenza meccanica collettiva quali siano, chessò, i dieci libri (o scrittori) più importanti o i dieci saggi filosofici più importanti degli ultimi trent’anni, invariabilmente quella indicherà, su dieci nomi, almeno tre o quattro decisamente anteriori all’arco di tempo richiesto (oltreché una decisa preferenza per autori/titoli di area anglosassone).

i saggi filosofici più importanti scritti dal 1990 al 2022:

Ecco una lista di alcuni saggi filosofici importanti scritti nel periodo dal 1990 al 2022:

“La condizione postmoderna” di Jean-François Lyotard (1979): Anche se non rientra esattamente nel periodo richiesto, questo saggio è stato estremamente influente negli anni ’90. Lyotard analizza la transizione dalla modernità alla postmodernità e le implicazioni di questa transizione per la filosofia, l’arte e la società.

“Il disagio della postmodernità” di Zygmunt Bauman (1997): In questo saggio, Bauman esplora i cambiamenti sociali e culturali che hanno caratterizzato la postmodernità, come la fluidità delle identità, la precarietà delle relazioni e l’instabilità delle istituzioni.

“La giustizia come equità” di John Rawls (2001): Rawls sviluppa una teoria della giustizia basata sul principio dell’equità. Esplora il concetto di “velo d’ignoranza” e la necessità di un’equa distribuzione delle risorse sociali.

“La società dello spettacolo” di Guy Debord (1967): Anche se pubblicato nel 1967, questo saggio di Debord è stato ampiamente discusso e influente negli anni ’90 e oltre. Esamina la società contemporanea come una società in cui tutto diventa un’immagine e lo spettacolo domina la vita quotidiana.

“Essere e tempo” di Martin Heidegger (1927): Anche se pubblicato molto prima del 1990, questo saggio di Heidegger è stato oggetto di un rinnovato interesse e dibattito negli ultimi decenni. Esplora la questione dell’essere e la relazione tra tempo, esistenza e significato.

“La conquista dell’America: il problema dell’altro” di Tzvetan Todorov (1982): In questo saggio, Todorov analizza l’incontro tra gli europei e i popoli indigeni dell’America durante l’epoca della colonizzazione. Esplora il modo in cui la rappresentazione dell'”altro” ha influenzato la cultura europea.

“L’impero” di Michael Hardt e Antonio Negri (2000): In questo saggio, gli autori analizzano il concetto di “impero” come una nuova forma di potere globale che va oltre le tradizionali strutture statali. Esplorano le dinamiche di dominio e resistenza nell’era della globalizzazione.

“La filosofia del limite” di Giorgio Agamben (1995): Agamben indaga il concetto di “limite” come una dimensione fondamentale dell’esperienza umana e della politica. Esplora temi come la sovranità, la violenza e lo stato di eccezione.

“La condizione umana” di Zygmunt Bauman (2000): In questo saggio, Bauman esplora la condizione umana nell’era della modernità liquida, in cui le certezze e le strutture stabili vengono sostituite da incertezza e precarietà.

“Il secolo” di Alain Badiou (2005): In questo saggio, Badiou offre una riflessione filosofica sul concetto di secolo. Esplora i momenti cruciali del XX secolo e le sfide filosofiche che essi hanno sollevato.

i libri più importanti degli ultimi 30 anni

Ecco una lista di alcuni libri considerati importanti degli ultimi 30 anni, che coprono una vasta gamma di generi letterari e argomenti:

“Harry Potter” di J.K. Rowling (1997-2007): La serie di sette libri che ha conquistato il cuore di milioni di lettori in tutto il mondo, seguendo le avventure del giovane mago Harry Potter e i suoi amici nella lotta contro il malvagio Signore Oscuro, Lord Voldemort.

“1984” di George Orwell (1949): Benché pubblicato nel 1949, questo romanzo distopico è stato definito uno dei libri più influenti degli ultimi decenni. Presenta una visione oscura e opprimente di una società totalitaria in cui la libertà individuale è minacciata.

“Lo Hobbit” di J.R.R. Tolkien (1937): Un classico della letteratura fantasy che ha ispirato generazioni di lettori. Questo romanzo racconta le avventure del piccolo hobbit Bilbo Baggins nella Terra di Mezzo, introducendo il mondo epico della trilogia successiva “Il Signore degli Anelli”.

“Il codice Da Vinci” di Dan Brown (2003): Un thriller appassionante che mescola arte, simboli, misteri e teorie cospirative. Ha avuto un enorme successo commerciale e ha suscitato un vivace dibattito sulla storia e la religione.

“Sapiens: Da animali a dèi” di Yuval Noah Harari (2011): Un libro di divulgazione scientifica che esplora il percorso dell’umanità, dalla sua evoluzione biologica all’emergere delle società complesse. Offre una prospettiva ampia e provocatoria sulla storia umana.

“Lo straniero” di Albert Camus (1942): Un romanzo filosofico che esplora il senso dell’esistenza umana e l’assurdità della condizione umana. Ha lasciato un’impronta duratura nella letteratura del XX secolo.

“La ragazza del treno” di Paula Hawkins (2015): Un thriller psicologico che ha conquistato il pubblico con la sua narrazione avvincente e piena di colpi di scena. È diventato un bestseller internazionale e ha ispirato un adattamento cinematografico.

“Lo zoo di vetro” di Tennessee Williams (1944): Una tragedia teatrale che esplora le dinamiche familiari disfunzionali e la ricerca di speranza in un mondo difficile. È considerata una delle opere più importanti del teatro americano.

“Lo scafandro e la farfalla” di Jean-Dominique Bauby (1997): Una toccante autobiografia in cui l’autore racconta la sua vita dopo essere rimasto paralizzato da una sindrome rara, usando solo il battito delle palpebre per comunicare.

“Cento anni di solitudine” di Gabriel García Márquez (1967): Un capolavoro del realismo magico che narra la storia della famiglia Buendía attraverso diverse generazioni in un villaggio immaginario. È considerato un classico della letteratura latinoamericana.

i romanzi più importanti degli ultimi 40 ANNI (dal 1983 al 2023)

Ecco una lista di alcuni romanzi considerati importanti degli ultimi 40 anni, dal 1983 al 2023:

“La storia di Edgar Sawtelle” di David Wroblewski (2008): Un romanzo epico che segue le vicende di un ragazzo muto di nome Edgar Sawtelle e dei suoi cani, esplorando temi di amore, famiglia e vendetta.

“Le correzioni” di Jonathan Franzen (2001): Un romanzo familiare che segue le vicende della famiglia Lambert nel corso di diverse decadi, esplorando le dinamiche familiari, l’invecchiamento e i conflitti generazionali.

“La tregua” di Primo Levi (1963): Pubblicato originariamente nel 1963, questo romanzo di Primo Levi è diventato un classico della letteratura del XX secolo. Basato sulle esperienze dell’autore durante l’Olocausto, narra la sua sopravvivenza in un campo di concentramento nazista.

“La scomparsa di Stephanie Mailer” di Joël Dicker (2018): Un thriller intricato che segue le indagini di un giornalista su un vecchio caso di omicidio che coinvolge un politico. Esplora temi di verità, corruzione e ambizione.

“L’amico ritrovato” di Fred Uhlman (1971): Pubblicato originariamente nel 1971, questo romanzo è diventato un classico della letteratura tedesca del dopoguerra. Narra dell’amicizia tra due ragazzi tedeschi, uno ebreo e uno non, durante il periodo di ascesa del nazismo.

“Le otto montagne” di Paolo Cognetti (2016): Un romanzo che segue la storia di un’amicizia tra due ragazzi, Pietro e Bruno, durante le estati trascorse nelle montagne delle Alpi italiane. Esplora temi di amicizia, natura e identità.

“L’ombra del vento” di Carlos Ruiz Zafón (2001): Un romanzo che mescola storia, mistero e intrighi in una Barcellona postbellica. Segue la storia di un giovane ragazzo di nome Daniel che scopre un libro misterioso e inizia a indagare sul suo autore.

“Norwegian Wood” di Haruki Murakami (1987): Un romanzo di formazione ambientato nella Tokyo degli anni ’60. Segue le vicende di Toru Watanabe mentre naviga tra amore, morte e crescita personale.

“Americanah” di Chimamanda Ngozi Adichie (2013): Un romanzo che segue la storia di Ifemelu, una giovane donna nigeriana emigrata negli Stati Uniti. Affronta temi di razza, identità e appartenenza culturale.

“Il canto del corpo” di Han Kang (2007): Un romanzo che esplora le conseguenze di un atto di violenza attraverso la storia di una donna che si trasforma in un’opera d’arte vivente. Affronta temi di femminilità, dolore e identità.

Che conclusioni trarre da queste curiose e, talora, divertenti indagini? Forse che anche l’IA, pur programmata secondo schemi politicamente corretti, pur essendo frutto di questa epoca, e pur adottando criteri da influencer e best-seller, schifa la contemporaneità?